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Muri umidi: soluzioni e innovazioni ecocompatibili

Ormai lo sprawl (che sarebbe il disordinato ed eccessivo consumo del suolo nelle periferie urbane) è stato finalmente riconosciuto come un problema urbano serio che va contrastato.
Ormai quasi tutti gli organismi legislativi regionali riconoscono ufficialmente che la proliferazione urbana incontrollata dei suoli inurbanizzati deve essere frenata in tutti i modi.
Si è quindi arrivati ad uno stop alla tendenza generalizzata di occupare e consumare sempre nuovo territorio da parte dell’edilizia residenziale, industriale e commerciale.

Questo significa che la tendenza a realizzare edifici nuovi sarà sempre più limitata, difficile, stringente e costosa; si dovrà allora ripartire dal recupero, dal riuso e dalla ristrutturazione del patrimonio edilizio già esistente, soprattutto nei centri storici.

Se aggiungiamo a tutto questo anche la sempre più stringente normativa sulla certificazione energetica degli edifici, devono giocoforza ripartire serie attività di risanamento e di ristrutturazione tali da poter far rientrare nei parametri di legge qualunque edificio soggetto a contratto di compravendita e di affitto che si attiveranno nel prossimo futuro.
Su queste normative, il risanamento di muri umidi e malsani (al fine di bloccare la risalita capillare di umidità), diventa un fattore di primaria importanza.

Poniamo un esempio
Muri umidiUn edificio che ha locali al piano interrato, soggetto a muri con risalita capillare o con eccessivo ristagno salino, va incontro ad una serie di problemi di diversa natura, ma tutti collegati al fatto che la muratura continuerà a imbibirsi di umidità di risalita.
Le cause di questo fenomeno sono principalmente l’assenza di un sistema di isolamento correttamente eseguito sui muri a contatto col terreno e i flussi di natura elettrica che alterano l’equilibrio elettrostatico del muro. La parete, diventa così capace di attirare l’umidità proveniente dal terreno sottostante ben al di sopra del livello del terreno.

L’umidità assorbita evapora all’interno degli ambienti (più caldi), aumentando l’igrometria interna; l’acqua inoltre trascina con sé anche sali, che si depositano a ridosso della superficie del muro, una volta che l’acqua è evaporata nell’ambiente, generando macchie e incrostazioni che prendono il nome di efflorescenze saline e che arrivano a spaccare anche gli strati profondi di intonaco.
L’aria in ambiente si carica di umidità, trasportando con sè anche le spore delle muffe che nel frattempo proliferano sulle pareti del muro umido, rendendo l’atmosfera, oltre che poco gradevole per la permanenza delle persone, anche patogena per molti tipi di oggetti che vengono conservati, tipicamente negli interrati, come libri, riviste, fotografie, quadri, oggetti lignei e porosi, di natura organica ecc. Di fatto, locali interrati dedicati ad archivi, depositi, magazzini in genere, non possono essere utilizzati in sicurezza senza un preventivo risanamento.

Dal gennaio 2013 è entrata in vigore una normativa che regola e limita la compravendita immobiliare ai soli edifici che dispongano di una adeguata certificazione energetica obbligatoria per gli edifici.
Va da sé che una casa con seri problemi di umidità capillare, avrà una classe di efficenza energetica talmente bassa, che risulterà difficilmente vendibile o affittabile e dovrà essere necessariamente risanata.

La soluzione più comune è quella di intervenire con una sistemazione edile semi-provvisoria rifacendo l’intonaco con materiali deumidificanti osmotici o macroporosi, e tenere l’umidità sotto controllo con macchine di condizionamentto (come pompe di calore o deumidificatori) che riducono momentaneamente l’igrometria dell’aria ed elevano la temperatura rendendo più salubre l’atmosfera.

Ma questi sistemi non sono decisivi, poiché il ripristino dell’intonaco è efficace solo per il tempo necessario all’umidità di andare a riempire il nuovo materiale e a depositare i nuovi sali, mentre installare un impianto di condizionamento e di controllo igrometrico, oltre a essere dispendioso (nell’installazione e nella manutenzione) ed energivoro, permette indirettamente al muro, asciugandosi più velocemente in superficie, di richiamare ancora più umidità dal terreno circostante.

Tra le varie soluzioni possibili, sarebbe quindi buona cosa sceglierne una a basso impatto ambientale ed a basso costo di applicazione.
Esistono, infatti, sistemi passivi di controllo dell’umidità di risalita capillare nei muri, che possono essere totalmente risolutivi. Questi sistemi eliminano la necessità di fare esosi investimenti a lungo termine e dai risultati incerti (quali le pompe di calore) e inoltre non consumano energia elettrica.

IgroDry è di fatto il principe dei trattamenti di questo tipo perché:
– non richiede interventi strutturali di alcun tipo
– non necessita di mano d’opera specializzata
– non genera materiali di scarto da dover smaltire
– non genera polveri né maleodora
– ma soprattutto permettere di continuare a vivere negli ambienti che si stanno trattando.

A fine trattamento, i costi di climatizzazione, risulterebbero migliorati di più del 30%, rispetto ai costi di climatizzazione in presenza di muri umidi.

Ora facciamo due conti: con un edificio risanato le certificazioni energetiche diventeranno più accettabili e più semplici da redigere, ne consegue che il fabbricato riacquisterà un valore più elevato e più consono agli investimenti fatti per il risanamento. Possiamo allora dire che solo cercando soluzioni definitive (e non posticce) troviamo una vera e soddisfacente convenienza economica senza dover intaccare troppo il nostro portafoglio!

Conclusioni:
Per risolvere velocemente e con rapidità tutti i problemi di umidità muraria e muffe negli ambienti, il prodotto più adatto, ecologico, rapido e sicuro è senza alcun dubbio IgroDry.
L’unico ed innovativo prodotto in grado di risanare in pochi giorni ogni tipo di muratura.
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