Quesiti quasi accademici

… Intanto grazie per le sue perplessità, cercerò di risponderle al meglio e le risposte le troverà a seguito dei suoi quesiti

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Salve, mi sono documentanto molto riguardo al prodotto che lei promuove, mi scusi se le posso sembrare prolisso ma lei comprenderà che nell’ambito della problematica relativa all’umidità in genere, il proliferare di ciarlatani che vendono prodotti “magici” non è cosa rara.

    Il prodotto non ha nulla di magico, risolve solamente problemi comuni che altri sistemi non avevano finora risolto

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    Il vostro prodotto sembra effettivamente rivoluzionario per quello che promette, sono tuttavia disposto a concederle il beneficio del dubbio e a testarlo a mie spese (non credo che la spesa sia poi cosi elevata).
    Prima però ho delle domande alle quali sono sicuro saprà rispondere adeguatamente:

    Leggendo sul sito igrodry.com vengo a conoscenza del fatto che il prodotto è efficace se diluito in una percentuale di 1/3 rispetto all’acqua presente nel muro (lo dice lei in un post delle FAQ).
    Ne deduco che per risanare un muro con 3 litri di acqua interna avrei bisogno di almeno un litro di prodotto.
    Lei saprà sicuramente meglio di me che normalmente una muratura con problemi di media gravità legati ad umidità di risalita capillare può contenere in media dal 10% al 15% di acqua. Ora immaginando 3 mq di superficie (che è l’esempio di scenario migliore che lei riporta nella mail a cui rispondo) e immaginando un muro di soli 10cm di spessore e infine presupponendo un valore di 10% di umidità presente (ancora una volta il migliore scenario) si avrebbe un volume di acqua di circa 30Lt.

    Come può un quantitvo di 2.5lt soddisfare il requisito di rappoprto 1/3 rispetto ai 30Lt calcolati? Sembrerebbe che siano necessari non meno di 10Lt di prodotto.

    Riguardo la diluizione tenga conto che, dagli studi effettuati, fino a tale diluizione, non si vanno a perdere alcune delle caratteristiche del prodotto, ma vi sono da considerare ulteriori effetti evaporativi che il prodotto mette in atto non appena applicato (quindi l’acqua si perde già da subito e non va computata sul totale). Tali effetti partono dalla superficie muraria più esterna e si propagano sempre più in profondità attivandone gli effetti benefici.

    In pratica, già dalle prime mani, l’asciugatura ha effetti quasi immediati all’esterno e procede sempre più all’interno (sebbene con più lentezza), quindi la superficie si asciuga subito apportando benefici valutabili dai primi giorni. L’ulteriore effetto elettrico aiuta lo svuotamento dei vasi capillari che fa perdere anche molta acqua di profondità.

    In queste condizioni non devono essere calcolati in toto i litri contenuti inizialmente

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    Veniamo all’altro dubbio. Lei consiglia di scaldare il prodotto fino ad una temperatura di 40 – 50 °C, perchè questo processo aumenta la capacità di penetrazione, o meglio, riduce i tempi di penetrazione (questo mi sembra corretto, aumentando l’agitazione molecolare probabilmente si favoriscono i processi chimici). Iimmaginando una temperatura del supporto da trattare di 20 °C, si produrrebbe una diminuzione istantanea della temperatura del prodotto per conduzione termica. Essendo il supporto (muro + acqua) di volume molto maggiore (facendo due conti abbiamo minimo 300 dm^3 di muratura, sempre considerando i 3mq) si avrà un’aumento della temperatura del supporto + prodotto di meno di mezzo grado… Quindi sarebbe come applicare il prodotto su un muro alla temperatura di 20.5 °C.

    Da questo punto di vista, se non ci sono altri fattori che non capisco, scaldare o no il prodotto non farebbe differenza. Dove erro?

    Il fatto di dover scaldare il prodotto non è sempre richiesto (e lo abbiamo indicato più volte). Il riscaldamento serve solo come operazione preliminare da applicare laddove l’intonaco iniziale potrebbe essere saturo di cristalli di sali, di sporcizia o essere stato fatto o trattato con materiali poco permeabili (tipo il cocciopesto o i fissativi per la pittura). Tale rimedio facilita solo il primo assorbimento superficiale per evitare che scoli e vada a perdersi nel pavimento.

    Nelle applicazioni successive, quando cioè la porosità superficiale è ormai riaperta, non è necessario alcun riscaldamento e noterà un fortissimo assorbimento del prodotto.

    In pratica il prodotto risulta efficace e attivo anche a temperatura ambiente (o muraria) perché non è un prodotto chimico e non a bisogno di temperature più elevate per risultare più efficiente.

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    Non ho trovato, invece, in nessun articolo accademico informazioni riguardo la relazione che intercorre tra igroscopicità dei sali contenuti nelle murature e risalita capillare, ovunque i fenomeni sembrano non connessi. Non ho capito come sia possibile impedire la risalita dell’acqua attraverso i capillari del materiale edilizio semplicemente cenvertendo i sali igroscopici.

    In riguardo a questo punto molti illustri ricercatori moderni hanno chiariti questo fenomeno solo recentemente ed il nostro blog ne ha parlato più volte, per semplicità le indico il bel libro di E. Pinto Guerra di cui il nostro sito riporta una ampia anteprima che trova su questo link http://igrodry.com/wp-content/uploads/2014/08/UmiditaEPGuerra.pdf  e la meravigliosa tesi di laurea di Simona Lombardi che trova integralmente qui http://igrodry.com/wp-content/uploads/2014/08/Tesi_Lombardi_Simona.pdf  ma non mancano altre citazioni di altri tecnici accreditati che trova nelle pagine NOTIZIE

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    Infine ho cercato informazioni riguardo al “gruppo scentifico” che ha realizzato il processo EAS (Elettrolisi Armonica Spettrale) ma non ho trovato informazioni o articoli riguardo a questo processo e nemmeno relativo ai due ricercatori italiani che lo hanno messo a punto.

    Lei avrebbe articoli scentifici o pubblicazioni di carattere accademico al quale io possa attingere informazioni?
    Avrebbe modo di indicarmi a quale Ateneo, Istituto o azienda privata appartengano i due ricercatori?

    Vede, io sono un ricercatore in un istituto di ricerca e i miei lavori compaiono puntualamente sulle pubblicazioni, basta una semplice ricerca on-line con mio nome e cognome per trovare materiale scientifico ed accademico anche referato.

    Può avere modo di produrre la stessa documentazione per il gruppo di ricerca oggetto della scoperta?

    Riguardo invece il processo EAS, le posso dire che la ricerca non è stata volutamente pubblicata per molti motivi, primo tra questi è che trattasi di una ricerca finanziata da una azienda privata che non ha attinto a finanziamenti pubblici e che non ha quindi alcun interesse a far conoscere il processo né a voler dimostrare che il principio funziona (per questo c’è il prodotto stesso a dimostrarlo). Anche tutte le dovute verifiche effettuate presso i gabinetti universitari sono celati da segreto industriale e sono state pagate esclusivamente con fondi privati.

    Troverà comunque qualcosa in più di questo processo e sui vari e possibili sviluppi sul sito http://termocell.it/

    Mi perdoni quindi se non mi è stato possibile dirle di più, tenga conto che il processo è potenzialmente ancora in  fase embrionale e promette sviluppi ed evoluzioni inimmaginabili se solo si potessero reperire fondi anche per seguire gli altri progetti. Non guasterebbe quindi un ulteriore aiuto da parte di terzi che si dimostrino disponibili a collaborare con un budget limitato, ma con tanta voglia di scoprire.

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    Sono sicuro avrà modo di rispondere ad ogni mio dubbio,
    Grazie per l’attenzione

Ringrazio lei

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