Mosaico

Tecnica decorativa consistente nell’applicare ad un fondo di malta pozzolanica, o mastice, piccoli elementi di pietre naturali, o di terracotta, o di paste vitree, bianche, nere o colorate, detti tessere, con le quali viene riprodotto un disegno. Il M. viene impiegato per la decorazione di pavimenti, pareti o anche singoli elementi architettonici. Tecnica antichissima, deriva, forse, dalle decorazioni a tasselli compiute dai Sumeri (24° sec. a. C.), o dai coni di terracotta infissi in muri di argilla della Mesopotamia (3500-3000 a. C.). Con l’arte greca e romana si sviluppano diversi tipi di M.; per primo l’opus signinum, poi l’opus segmentatum con inserti di tessere di marmi colorati, l’opus scutulatum con semplici disegni geometrici. In età cristiana, il M. divenne l’ornamento principale delle chiese: (dal sec. 11° al sec. 13°) absidi di S. Maria in Trastevere a Roma, del duomo di Cefalù e di Monreale in Sicilia, di S. Marco a Venezia; nelle pale degli altari della basilica di S. Pietro 17° sec.; ecc.

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