Teatro

Edificio destinato alla rappresentazione di opere di vario genere (prosa, musica, ballo, varietà, ecc.). La sua storia sia come edificio, sia come tipo di rappresenta- zione è molto antica. Nel periodo classico il T. assume quella forma caratteristica che rimarrà sostanzialmente invariata fino ad epoca moderna. Le parti principali del T. greco e romano sono: l’orchestra, spazio destinato all’evoluzioni del coro; la cavea, le gradinate per gli spettatori; e la scena, la pedana rettangolare dove recitavano gli attori ed il fondale con le tre porte da cui entravano ed uscivano gli attori stessi. Nel T. greco l’orchestra era impostata su una circonferenza, avvolta per più della metà dalle gradinate e tangente alla scena, che era rialzata rispetto all’orchestra; fra la cavea e la scena vi erano due ampi passaggi scoperti, le pàrodoi, per l’accesso all’orchestra. La cavea era addossata quasi sempre a un pendio naturale. Di fronte al tipo greco, il T. romano, nel I sec. a. C., afferma chiare caratteristiche: l’orchestra (che ora si dovrebbe chiamare conistra = arena) è più piccola di quella ellenistica, ha la forma di un semicerchio su cui s’imposta l’ampio cono della cavea. Un’innovazione profonda è data dal distacco della cavea dal terreno, sorretta, ora, con muri radiali, collegati da un sistema di volte inclinate; così nei T. (e anfiteatri) si pone il problema, sia di ordine statico, sia della composizione architettonica del nuovo prospetto esterno in curva, e dei nuovi accessi alla cavea. Nelle costruzioni teatrali moderne (merita, però, attenzione l’architettura teatrale delle epoche fra il periodo classico e quello attuale) sono distinti tre gruppi destinati rispettivamente al pubblico, allo spettacolo e ai materiali. I locali per il pubblico sono: oltre la sala di spettacolo, l’atrio, la biglietteria, il guardaroba, il foyer, il bar, i servizi igienici, ecc.

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