Efflorescenza

L’efflorescenza è una proprietà di alcuni sali di perdere molecole di acqua di cristallizzazione.  Il fenomeno è dovuto alla differenza di pressione di vapore esistente tra il composto idrato e la pressione del vapore acqueo atmosferico. Ciò si traduce nella tendenza dell’acqua di cristallizzazione del composto ad abbandonare il solido passando in fase vapore nell’aria (quando si è in condizioni di bassa umidità relativa o di buona evaporazione).  In conseguenza a ciò, il composto tenderà a divenire anidro.

Esempi classici di composti efflorescenti sono:
il gesso, (CaSO4·2H2O),
il solfato rameico pentaidrato, CuSO4·5H2O (che, perdendo acqua, passa da una colorazione blu a una bianca.

Altri composti efflorescenti sono anche alcuni cloruri e nitrati idrati.

Il processo può considerarsi come un caso opposto alla deliquescenza (tendenza ad assorbire umidità atmosferica).

Il termine viene impiegato in edilizia nel senso più lato dove, per efflorescenze, si intendono quei depositi di cristalli visibili che si formano sulla superficie di murature in pietra o mattoni a vista o di altri elementi architettonici come gli intonaci o i pavimenti. Questi cristalli sono generati a seguito della semplice evaporazione dell’acqua nella quale erano disciolti dentro la superficie.
Le efflorescenze sono volgarmente, ed erroneamente, dette anche salnitri (termine che in verità descriverebbe soltanto l’effetto del nitrato di potassio).
Le efflorescenze si possono formare sia all’interno che all’esterno di un edificio danneggiando la pittura e l’intonaco, quando questi sono applicati prima che la costruzione abbia avuto il tempo di asciugarsi oppure in manufatti in esercizio a seguito di fenomeni di risalita umida o aerosol marini.

Tipologie

Le forme più comuni di efflorescenze sono costituite da depositi biancastri ad aspetto cristallino, pulvurulenti o appiccicose.
Più raramente (ed in ambienti umidi) anche in cantine, grotte e stalle dove è possibile l’azione dei batteri nitrificanti che convertono l’urea dei composti organici (quali gli escrementi) in sali nitrati (queste efflorescenze hanno un aspetto filamentoso simile a lanugine bianca).

Formazione ed effetti

Condizione necessaria alla formazione dell’efflorescenza (così come intesa in edilizia) è la presenza contemporanea di sali solubili e della loro acqua.
Le efflorescenze infatti sono dovute ai sali solubili che migrano in superficie quando l’acqua nella quale sono contenuti evapora con conseguente asciugatura del muro.
Una volta asciugata la parete, i sali si concentrano sulla superficie della muratura e cristallizzano.
Il passaggio alla fase solida con ripetuto accumulo di cristalli provoca un forte aumento di volume. Se il manufatto, durante la sua vita, è soggetto a ripetuti cicli di bagnatura e asciugatura, l’alternanza della solubilizzazione e ricristallizzazione dei depositi salini superficiali porta allo sfaldamento di intonaci, malte, pitture ecc.
Normalmente l’efflorescenza è un fenomeno superficiale, poiché l’acqua, evaporando, trascina i sali disciolti verso l’esterno.
La cristallizzazione per evaporazione avviene solitamente in superficie e nei primi 15 – 20 mm sotto la superficie.
Più in profondità i sali rimangono ancora in soluzione e normalmente non sono in grado di fare danno. Sono quindi le sub-efflorescenze a ridosso della superficie che determinano il distacco delle parti più superficiali della muratura, similmente a fenomeni dovuti all’azione del gelo.

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